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Quante ore lavora la badante diurna

Ci capita spesso di ricevere richieste di famiglie per badanti diurne a ore che coprono tutto l’arco della giornata, ad esempio dalle 8 alle 20. Ma è veramente possibile?

Nelle pagine del nostro blog parliamo spesso della fatica dei familiari di una persona anziana, specie dei figli, a far accettare l’assistenza di una badante, anche quando la situazione è molto complessa e compromessa.

In molte circostanze notiamo il conflitto tra i figli che vorrebbero la propria mamma o il proprio papà al sicuro, e dall’altra parte la resistenza del genitore, che vuole ancora sentirsi padrone a casa sua, oltre a difendere strenuamente l’idea che sia ancora tutto sommato autosufficiente.

Ecco quindi che la difficoltà della figlia, o del figlio a fare quella che in gergo si chiama l’inversione di ruolo, cioè passare da colui che riceve cura a colui che la dà (caregiver), porta alla richiesta di soluzioni non sempre praticabili.

Se vuoi un approfondimento completo leggi anche la nostra Guida al costo della badante.

Una di queste è la richiesta di una badante diurna per 10/12 ore al giorno, ad esempio dalle 8:00 del mattino fino alle 20:00. In questo modo la notte se ne va e i genitori hanno la percezione che la loro intimità rimanga preservata.

Altre volte questa richiesta deriva dalla convinzione diffusa che una badante a ore costi molto meno di una badante convivente.

Di quest’ultimo punto ne abbiamo già parlato diffusamente  in un precedente articolo su quanto costa la badante diurna .

In realtà questa soluzione per lo più è insostenibile per due motivi:

  1. contrattuale, 
  2. economico.

Andiamo per gradi.

Quante ore può lavorare la badante diurna

All’articolo 14 del Contratto Collettivo Nazionale Colf e Badanti che regola appunto l’orario di lavoro si legge:

“La durata normale dell’orario di lavoro è quella concordata fra le parti e comunque, fatto salvo quanto previsto al comma 2, con un massimo di: 

a) 10 ore giornaliere, non consecutive, per un totale di 54 ore settimanali, per i lavoratori conviventi; 

b) 8 ore giornaliere, non consecutive, per un totale di 40 ore settimanali, distribuite su 5 giorni oppure su 6 giorni, per i lavoratori non conviventi.”

Quindi la badante diurna può lavorare massimo 40 ore la settimana, massimo 8 ore al giorno, con una pausa indicativamente a metà giornata.

Torniamo alla richiesta iniziale: 10/12 al giorno dal lunedì al sabato. Stiamo parlando di 60/72 ore la settimana.

L’unica possibilità per rendere compatibile questo orario con il CCNL COlf è badati è assumere due persone a 30/36 ore settimanali una per il mattino e una per il pomeriggio.

Se la necessità è di coprire anche la domenica, quindi 7 giorni su 7, visto che la badante può lavorare massimo 5 o 6 giorni la settimana, sarà necessario assumere una terza persona.

Insostenibilità economica

Se per alcune famiglie questo tipo di investimento, cioè pagare quasi full time due lavoratori, è un sostenibile, per la gran parte delle famiglie non lo è.

Un lavoratore full time 40 ore la settimana assunto regolarmente dalla famiglia tramite un CAF o un consulente del lavoro, abbiamo visto nel precedente articolo ha un costo che si aggira intorno ai 1.700 euro al mese, tutto incluso (13^, TFR, Ferie, contributi, ecc).

Assumere due lavoratori per coprire le 72 ore la settimana può superare anche i 3.000 euro di spesa al mese.

Minimo di ore per la stabilità del servizio.

Abbiamo parlato fin qui di monte ore massimo di lavoro per la badante diurna. C’è tuttavia una consistente richiesta di assistenze per poche ore settimanali, la domanda quindi è: c’è un minimo di ore contrattuali?

Il contratto ovviamente su questo non impone limiti sul numero minimo di ore, tuttavia la prassi ci ha portato a valutare alcuni criteri minimi, fondamentali per la riuscita e la stabilità di una assistenza a domicilio, e oggi abbiamo deciso di condividerli con te:

  1. in centri con più di 25 mila abitanti consigliamo assumere l’assistente per almeno 10 ore settimanali, 
  2. in centri con meno di 20/25 mila abitanti è consigliabile partire da 20 ore settimanali,
  3. ogni turno di lavoro è sconsigliato che sia inferiore alle due ore, 
  4. il massimo dei turni in una giornata è importante che siano due.

I motivi principali di queste indicazioni sono: maggiore stabilità del servizio perché il lavoratore ha un compenso proporzionale allo sforzo, anche rispetto allo spostamento per raggiungere il posto di lavoro, il secondo perché mi amplia le possibilità di selezione.

In merito a quest’ultimo il ragionamento è presto fatto. Se abito in un comune medio piccolo non è detto che al suo interno ci sia una persona che ha le caratteristiche che servono per le mie esigenze, pertanto è necessario magari poter cercare anche nei comuni limitrofi.

Un impiego di 10 ore la settimana, che vuol dire due ore al giorno, spesso per il lavoratore non dà una convenienza nel tempo. A conti fatti si renderà conto di quanto spende di trasporto, rispetto a quanto guadagna. Questo fa sì che alla prima proposta più interessante vi lascerà, e sarà necessario cercare un’altra persona.

L’importanza del progetto di assistenza.

Per capire quindi qual è il reale bisogno, la sua sostenibilità nel tempo, sia economica per la famiglia, sia per il lavoratore, è importante lavorare su un vero e proprio progetto di assistenza. E’ importante avere chiaro qual è l’obiettivo di tutta la famiglia, perché l’assistenza agli anziani incide su tutto il nucleo familiare.

Vuoi un aiuto a costruire il tuo progetto di assistenza familiare?

Puoi rivolgerti a uno dei nostri Family Coach presenti in diverse regioni d’Italia.

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