Da ultima ruota del carro a figura insostituibile.
La badante sarà una figura chiave nel campo dell’assistenza domiciliare nei prossimi anni. Il fenomeno della domiciliarizzazione delle cure è una dinamica con cui si confronteranno tantissime famiglie, forse tutte.
Già molte famiglie oggi si trovano ad avere a che fare con la necessità di selezionare e inserire in famiglia una assistente per i propri cari non più autosufficienti.
Spesso però diventa un’impresa pressoché titanica: trovare la persona giusta non è per nulla scontato, così come gestirla una volta entrata in casa.
Quello che abbiamo notato in questi anni di attività è che spesso le famiglie non hanno la cultura del datore di lavoro. E se anche le aziende fanno fatica a fare recruiting, figuriamoci le famiglie.
A complicare la situazione non è solo la complessità di trovare la persona giusta, ma che a differenza dell’azienda in famiglia, quando si deve selezionare la badante subentra un tasso di emotività che schizza inevitabilmente alle stelle. Così capita che per valutare una persona ci si affida alle sensazioni, al passaparola, presi magari dall’emergenza di dover tamponare una situazione fino a quel momento imprevista.
Il segreto per una selezione e un inserimento di successo
La prima regola per una buona selezione? … parti da te! Per spiegarci meglio di porremo una serie di domande.
Hai fissato quali sono gli obiettivi dell’assistenza?
Per obiettivi intendiamo elementi oggettivi e chiari per tutti: movimentare in sicurezza la persona, portala a fare una passeggiata al giorno, cucinare cibi adeguati per le patologie dell’assistito, somministrare i farmaci, ecc.
La badante si occupa della cura della persona, dell’igiene, della preparazione dei pasti, della movimentazione in casa e fuori, della cura della casa e della lavanderia.
Ci capita che le famiglie ci chiedano una badante che presti cure “amorevoli”, ma esattamente cosa significa? La badante non è una psicologa, non è una educatrice, né una figlia adottiva. Porre l’accento a questo aspetto sposta il focus su aspetti secondari all’interno di una cornice meramente emotiva.
Hai stabilito l’orario dell’assistenza?
Ancora oggi molte famiglie chiedono alla badante di lavorare 7/7 giorni.
Voi lavorereste 7 giorni su 7? Beh, perché la badante dovrebbe essere diversa?
Oltre a un aspetto strettamente contrattuale, vi è anche da tenere in considerazione la qualità dell’assistenza che cala vistosamente al venir meno dell’adeguato risposo.
Succede poi che dopo qualche mese il rapporto tra badante e famiglia va in crisi, insorgono litigi, malcontento, rivendicazioni, e una situazione di precario equilibrio esplode, con badante che se ne va e famiglia alla disperata ricerca della sua sostituta.
Hai capito molto bene cosa prevede il contratto della badante e quali sono i riposi previsti?
…
Già proprio così … invece di porre l’accento sugli aspetti emotivi, per arrivare a dove interessa a te – la cura amorevole – ti proponiamo di rimanere innanzitutto sull’essenziale.
Cosa andrò a verificare prima di tutto in fase di selezione della badante?
Fondamentale la validità dei documenti in possesso del personale.
Lo sai che dare lavoro a una persona senza permesso di soggiorno è un reato?
Capita che alcune famiglie prese dalla foga di dover trovare la persona giusta tralascino elementi essenziali, come la richiesta dei documenti prima che entri in casa e prenda servizio.
Hai verificato se sa l’italiano? Il requisito della lingua è importante. Pensa di dover comunicare la necessità di assunzione di un farmaco da parte di un anziano a una persona che non comprende l’italiano.
Hai verificato che la persona referenziata dai tuoi amici corrisponda ai tuoi reali bisogni di assistenza? O vai sulla fiducia pensando che se è andata bene per loro, allora andrà bene anche per te?
Spesso la persona che va benissimo su un servizio, se non selezionata correttamente, può diventare un disastro in quello successivo.
Dalla badante ideale alla badante efficace
Il successo o meno di un inserimento di una badante dipende quindi dal lavoro che fai prima dell’inserimento, dipende dalla tua chiarezza di idee, dalla definizione dei tuoi obiettivi, dalla compatibilità che riesci a trovare con le regole del lavoro.
In questo modo, non è detto che il primo inserimento vada a buon fine, ma avrai ridotto i margini di errore al minimo. Alla badante potrai così chiedere di eseguire il tuo progetto di assistenza. E creare le condizioni affinché si stabilisca un equilibrio tra le persone in gioco.
Se dobbiamo dirla tutta … non crediamo nelle cure amorevoli tra persone che non si conoscono. Cerca di lasciare l’emotività fuori dalla porta, prima pensa a fare funzionare il rapporto di lavoro, a mettere in sicurezza la persona da assistere e che l’assistenza di cui ha bisogno sia adeguata.
Per questo prepariamo i nostri Family Coach a calibrare bene il progetto di assistenza che una famiglia ha in mente, per costruire un progetto realistico e per questo sostenibile e duraturo nel tempo.
Il Family Coach aiuta la famiglia ad eliminare qualsiasi fronte di interpretazione, focalizzando l’attenzione della famiglia sulle attività che ci sono da fare.
Se non di fa lo sforzo di calare nella realtà il progetto di assistenza, quello che fa la famiglia alla ricerca della badante ideale (forte fisicamente, amorevole, non fumatrice, esperta di Alzheimer in generale, etc …) diventa un esercizio stilistico che ha poco a che fare con la badante efficace.
Vuoi farti aiutare nella definizione del tuo progetto di assistenza e capire quali sono gli elementi su cui focalizzare la tua attenzione?
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