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Devi assumere una badante? Ecco l’errore che può costarti 1.500 euro

Il decreto Trasparenza del 13 agosto 2022 cambia le regole per chi intende assumere alle proprie dipendenze un collaboratore domestico, come ad esempio colf e badanti. 

E quel che è importante è che introduce nuove, severe, sanzioni per quelle famiglie che assumono un collaboratore domestico ma non rispettano gli obblighi imposti dalla nuova normativa.

È molto importante, dunque, essere a conoscenza di tutti gli adempimenti previsti, così da non rischiare di dover pagare una multa che nel peggiore dei casi può arrivare a 1.500 euro. Purtroppo commettere un errore in buonafede è facile, ma potrebbe costare caro.

Ecco quindi quali sono gli errori da non commettere quando si vuole assumere una badante.

 

Cos’è il decreto trasparenza e nei confronti di chi si applica

Dal 13 agosto 2022 sono entrate in vigore le nuove regole sul diritto d’informazione sul lavoro. Obiettivo del legislatore è quello di fare in modo che anche coloro che vengono assunti con contratti atipici siano informati per tempo su quali sono le mansioni di cui si è incaricati, nonché sugli orari di lavoro.

Il diritto d’informazione sul lavoro fino a oggi era riconosciuto solamente per i lavoratori dipendenti delle aziende. D’ora in avanti, invece, le regole – con tanto di sanzioni per chi non le rispetta – si applicano anche nei confronti di coloro che assumono lavoratori domestici.

Questo vale per tutte le famiglie che assumono badanti, ma anche colf e baby sitter.

Le sanzioni previste vanno da un minimo di 250 a un massimo di 1.500 euro.

Cosa deve fare chi assume colf, badanti o qualsiasi lavoratore domestico

C’è un passaggio fondamentale del dlgs n. 104 del 2022, il cosiddetto decreto Trasparenza, che interessa tutte le famiglie che hanno necessità di assumere un lavoratore domestico: l’obbligo di consegnare il contratto di lavoro in anticipo, quindi prima della presa in servizio. In alternativa, tale obbligo potrà essere assolto con la consegna della comunicazione obbligatoria, laddove prevista.

L’importante è che il lavoratore sia informato su:

  • orario di lavoro;
  • condizioni relative all’orario di lavoro straordinario, nonché su come viene retribuito;
  • eventuale organizzazione del lavoro per turni;
  • qualora il rapporto di lavoro risultasse caratterizzato da modalità organizzative in gran parte o interamente imprevedibili, bisognerà informare il lavoratore riguardo alle condizioni che possono comportare variazioni, nonché su un eventuale minimo di ore garantite;
  • periodo di preavviso a cui il lavoratore ha diritto prima d’iniziare la prestazione lavorativa.

Come spiegato dall’Inail nella circolare n. 4 del 2022, tali informazioni vanno specificate nel contratto di lavoro. In caso contrario, qualora il contratto – che in ogni caso va consegnato prima dell’avvio dell’attività lavorativa – non dovesse prevedere tali informazioni, queste andranno comunicate entro un termine che va da una settimana a un mese a seconda della tipologia delle informazioni omesse.

Quando tale obbligo non vale

Ricordiamo che il decreto Trasparenza non si applica per tutti. Ad esempio, ne sono esclusi i rapporti di lavoro che sono caratterizzati da un tempo predeterminato ed effettivo di durata pari o inferiore a una media di 3 ore a settimana in un periodo di riferimento di 4 settimane consecutive.

Lo stesso vale per le collaborazioni prestate dai familiari, o anche per i rapporti di lavoro autonomo.

 

Come emerge anche da questa nuova normativa, fare il datore di lavoro è un lavoro. Ecco perché noi di FamKare abbiamo deciso di creare il servizio BadanteZeroPensieri, che toglie alle famiglie tutti gli oneri in materia burocratica, evitando errori che possono portare a multe salate o vertenze sindacali.

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