“La nostra badante è rimasta incinta, cosa facciamo?”, “Cosa succede ora?”.
In un contesto dove la maggior parte della forza lavoro è donna, è facile per una famiglia incappare in problematiche come questa.
In questo appuntamento con la rubrica “Cosa fare se la badante…” vogliamo rispondere alle domande più frequenti che le famiglie si trovano ad affrontare quando hanno una badante e vogliono capire come fare se la badante rimane incinta.
Sensibilità e responsabilità prima di tutto
L’assistenza domiciliare è un servizio vitale per molte persone anziane o disabili che necessitano di cure e supporto a lungo termine. Spesso, le badanti giocano un ruolo fondamentale in queste situazioni, garantendo che i pazienti abbiano accesso a cure di qualità nella comodità del proprio ambiente domestico. Tuttavia, la vita può portare sorprese, e una delle sfide che possono sorgere è quando una badante diventa incinta. In questa situazione delicata, è fondamentale affrontare la questione con sensibilità e responsabilità, garantendo che le esigenze del paziente siano soddisfatte e che i diritti della badante siano rispettati.
Cosa dicono la Legge e il Contratto Collettivo Nazionale Colf e Badanti
Partiamo dalle regole base: ogni donna nel momento in cui rimane incinta e poi diventa madre ha dei diritti di base inalienabili.
Innanzitutto ha diritto ad almeno 5 mesi di maternità, due prima della data presunta del parto e 3 dopo la nascita del figlio.
La badante, come tutte le altre lavoratici, non potrà essere licenziata durante tale periodo di assenza.
Nel dettaglio il tutto viene regolato dall’art. 25 del CCNL Colf e Badanti, che al punto 3 dice:
“Dall’inizio della gravidanza, purché intervenuta nel corso del rapporto di lavoro, e fino alla cessazione del congedo di maternità, la lavoratrice non può essere licenziata, salvo che per giusta causa. Le dimissioni rassegnate dalla lavoratrice in tale periodo sono inefficaci ed improduttive di effetti se non comunicate in forma scritta o se non intervenute nelle sedi di cui all’art. 2113, 4° comma, del codice civile (ndr. presso la sede della Direzione del Lavoro ad esempio).
Le assenze non giustificate entro i cinque giorni, ove non si verifichino cause di forza maggiore, sono da considerare giusta causa di licenziamento della lavoratrice.”
Di seguito i passi necessari da compiere.
1. Comunicare con il datore di lavoro o l’agenzia di assistenza:
La prima cosa che una badante dovrebbe fare quando scopre di essere incinta è comunicare tempestivamente la notizia al datore di lavoro o all’agenzia di assistenza.
Tale comunicazione deve essere corredata dal certificato medico che attesta lo stato di gravidanza, indicante la data presunta del parto.
La comunicazione aperta è fondamentale in questa situazione e consente di avviare un processo di pianificazione e discussione che sarà costruttivo per entrambe le parti.
2. Valutare la situazione di assistenza:
Una volta che la gravidanza è stata comunicata, sia la badante che il datore di lavoro o l’agenzia dovrebbero valutare attentamente la situazione di assistenza. Questo potrebbe includere:
- Il grado di dipendenza del paziente dalle cure della badante.
- La durata della gravidanza e la data prevista del parto.
- La disponibilità di una badante sostitutiva o di altre risorse per garantire l’assistenza continua al paziente.
3. Discutere le opzioni di assistenza:
In base alla valutazione della situazione, le parti coinvolte dovrebbero discutere le opzioni disponibili per garantire che il paziente continui a ricevere l’assistenza di cui ha bisogno. Le opzioni potrebbero includere:
- L’assegnazione temporanea di un’altra badante per coprire il periodo di assenza.
- La riduzione delle ore di lavoro della badante incinta, consentendo un equilibrio tra le esigenze della gravidanza e le necessità del paziente.
- L’assunzione di una badante sostitutiva a tempo pieno o parziale per il periodo della gravidanza.
- L’organizzazione di permessi retribuiti o non retribuiti per la badante in modo che possa affrontare la gravidanza e il parto senza preoccupazioni finanziarie.
4. Pianificare il congedo di maternità:
La badante incinta dovrebbe pianificare il suo congedo di maternità in anticipo. Questo può includere:
- Comunicare il piano di congedo di maternità, inclusa la data prevista del parto, al datore di lavoro o all’agenzia di assistenza.
- Assicurarsi di rispettare le normative locali riguardanti il congedo di maternità e di seguire le procedure richieste per richiederlo.
- Valutare le opzioni per quanto riguarda l’aspettativa dal lavoro, il congedo retribuito o non retribuito, e la possibilità di tornare al lavoro dopo il congedo di maternità.
5. Continuare a fornire assistenza di qualità:
Durante la gravidanza, è importante che la badante incinta continui a svolgere le sue responsabilità in modo professionale e con attenzione al benessere del paziente.
Se le esigenze cambiano a causa della gravidanza, queste dovrebbero essere discusse e affrontate in modo collaborativo con il datore di lavoro o l’agenzia di assistenza.
6. Rispettare le leggi e i regolamenti locali:
La badante incinta, il datore di lavoro e l’agenzia devono tutti rispettare le leggi e i regolamenti locali relativi al lavoro e ai diritti dei dipendenti in gravidanza.
7. Comunicazione continua:
È fondamentale mantenere una comunicazione aperta e continua tra la badante, il datore di lavoro o l’agenzia e chiunque fornisca assistenza sostitutiva. Questo garantirà che il paziente continui a ricevere un livello adeguato di assistenza e che tutte le parti siano informate sui cambiamenti nella situazione.
8. Pianificare con attenzione i periodi di assenza:
Quando possibile, pianificare i periodi di assenza in modo che causino il minor disagio possibile al paziente e alla sua famiglia. Questo potrebbe includere la scelta di periodi in cui il paziente è in grado di gestire autonomamente alcune attività o la pianificazione di assistenza sostitutiva in anticipo.
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