Dalla Misura B1 e B2 in Lombardia, agli assegni di cura nel Lazio, passando per l’Impegnativa di cura domiciliare (ICD tipo b) in Veneto. Quali sono i contributi regionali per sostenere la cura degli anziani a domicilio?
Molte famiglie, che si trovano ad affrontare la non autosufficienza di un proprio caro, non conoscono la possibilità di avere dei contributi pubblici per assistere il proprio anziano a domicilio.
Nel 2006 infatti è stato istituito dal Governo Italiano il Fondo Nazionale per la non autosufficienza (FNA), che ha lo scopo di “fornire sostegno a persone con gravissima disabilità e ad anziani non autosufficienti, al fine di favorirne una dignitosa permanenza presso il proprio domicilio, evitando il rischio di istituzionalizzazione, nonché per garantire, su tutto il territorio nazionale, l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali”.
Con questo fondo ogni anno il governo distribuisce risorse con specifici criteri alle singole Regioni, che a loro volta stabiliscono tempi e modi per la distribuzione di questi fondi alle persone con disabilità, che siano bambini, adulti o anziani.
Sicuramente non è facile per le singole famiglie districarsi in questa complessità, basti pensare che questi fondi in Regione Lombardia si chiamano Misura B1 e B2, in Veneto è l’Impegnativa di Cura Domiciliare, a Roma sono Assegno di Cura e Contributo di cura. Questo solo per portare alcuni esempi.
Se vuoi un approfondimento completo, ti invitiamo a leggere la nostra Guida alla gestione della badante e la Guida al costo della badante.
A chi va richiesto il contributo di assistenza domiciliare?
Partiamo dal dato più semplice e uniforme: a chi vanno chiesti questi contributi?
Quando una persona diventa non autosufficiente la famiglia ha due interlocutori importanti: il Medico di Medicina Generale, cioè il medico di base di famiglia, e l’Assistente Sociale Comunale o territoriale.
Il medico di medicina generale ha la funzione di attivare tutte le risorse legate all’aspetto sanitario (invalidità, ausili, ecc). E’ di fatto colui che genera un collegamento con l’Azienda Sanitaria Locale (ASL, AUSL, ULSS, ecc), la quale valuta il livello di invalidità e attiva tutte le risorse necessarie, anche economiche, come nel caso della Misura B1 in Lombardia.
L’Assistente Sociale del Servizio Sociale territoriale invece ha una funzione di coordinamento di tutte le misure di tipo socio-assistenziale. E’ importante attivare un confronto con questa figura prevista in ogni Comune, allo scopo di conoscere tutte le risorse, anche economiche, a disposizione. E’ al Comune ad esempio che vanno richieste a Misura B2 in Lombardia, l’Impegnativa di Cura Domiciliare in Veneto, l’Assegno di Cura e il Contributo di cura a Roma. (Per un approfondimento sul ruolo dei servizi sociali ascolta l’intervista all’Assistente Sociale Sara Figliuolo).
Cosa finanzia il Fondo per la Non autosufficienza?
I contributi per l’assistenza a domicilio degli anziani funzionano più o meno tutti nello stesso modo, anche se poi ogni Comune può dare delle specifiche. Per questo è importante come dicevamo prima confrontarsi con l’Assistente Sociale del Comune.
Il fondo prevede l’erogazione di un bonus che normalmente va da € 400 a € 800 euro al mese, in base all’Isee del richiedente e allo scopo.
Questi fondi normalmente sono finalizzati a:
- sostenere il costo di badante, assistente familiare, qualificata e non, assunta regolarmente direttamente o tramite agenzia per il lavoro;
- compensare le prestazioni di assistenza assicurate dal caregiver familiare.
Chi può richiederlo?
I destinatari dei fondi per la non autosufficienza sono:
- persone di qualsiasi età, al domicilio, con limitazioni della capacità funzionale tali da compromettere significativamente la loro autosufficienza e autonomia personale nelle attività della vita quotidiana, di relazione e sociale
- persone in condizione di gravità (così come accertata ai sensi dell’art. 3, comma 3 della legge 104/1992), ovvero beneficiarie dell’indennità di accompagnamento (come indicato nella legge n. 18/1980 e successive modifiche/integrazioni con legge 508/1988)
- persone con un ISEE inferiore a quello stabilito dai singoli Comuni, normalmente sotto i € 25.000.
Aperto il 30 aprile il Bando Misura B2 in Lombardia 2022
Per i residenti in Regione Lombardia si è appena aperto lo scorso 30/04/2022 il bando per accedere alla Misura B2. La domanda può essere fatta tramite appositi portali, come nel caso del Comune di Milano, oppure rivolgendosi direttamente al Servizio Sociale Territoriale del proprio Comune. Consigliamo di verificare sui singoli siti le modalità di accesso.