Vitto e Alloggio Badante Convivente: come funziona e costo
Quando un anziano diventa non autosufficiente è meglio la casa di riposo o la badante? Leggi l’articolo per scoprire come scegliere
Se sei nella situazione di dover cercare assistenza per un familiare anziano o non autosufficiente, una delle prime informazioni di cui ti sei trovato ad avere bisogno riguarda il giusto costo di una badante in base alle tue necessità.
Anche se quando un anziano diventa non autosufficiente è sicuramente un momento delicato, è importante informarsi adeguatamente e valutare anche gli aspetti economici dell’assistenza, per non trovarsi ulteriormente in difficoltà.
In particolare nella scelta di una badante, orientarsi non è affatto facile ed uno dei primi scogli da superare riguarda proprio i costi, necessari per pianificare al meglio le spese e garantire il miglior livello di cura.
Sommario:
In questo articolo, esploreremo in dettaglio i diversi fattori che influenzano i costi legati all’impiego di una badante: dalle ore lavorate alla tipologia di contratto, passando per gli aumenti salariali annuali, forniremo una guida esaustiva su tutto ciò che c’è da sapere sui costi e sullo stipendio delle badanti.
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Il costo di una badante varia non soltanto in base al numero di ore lavorate, ma anche rispetto a quali sono i suoi compiti e a quando la badante presta effettivamente servizio.
Come per tutti i lavori dipendenti, infatti, sono previste paghe orarie diverse a seconda delle mansioni e degli orari. Più alte quando la badante è impegnata nell’assistenza notturna di un anziano o, ad esempio, in un giorno festivo, più contenute se si tratta di fare solo compagnia.
Nei prossimi paragrafi approfondiremo proprio questo aspetto, andando ad analizzare come possono variare i costi di una badante.
Per prima cosa analizziamo il costo di una badante a ore. La retribuzione oraria minima per una badante, secondo quanto stabilito dalla legge italiana, corrisponde a 7,83 euro per ogni ora lavorata.
Si tratta del caso in cui la badante assunta ad ore si occupa di un anziano non autosufficiente: alle mansioni regolari, dunque, si aggiungono quelle di assistenza socio sanitaria della persona.
Nel caso in cui, invece, la persona assistita dalla badante è considerata autosufficiente, il costo orario ammonta a 7,42 euro.
Avendo chiarito il costo orario, prendiamo ora in esame il caso di una badante assunta per lavorare nelle ore diurne. I costi di una badante diurna, come si può immaginare, variano in base al numero di ore lavorate.
Generalmente, i caregiver familiari tendono ad assumere la badante cercando di inserirla gradualmente all’interno della famiglia, per abituare l’anziano alla presenza di una nuova persona in casa e per assicurarsi al tempo stesso di aver riposto la propria fiducia nelle giuste mani.
Di conseguenza, nel primo periodo di lavoro la badante tenderà a lavorare per meno ore, incrementando poco per volta la propria presenza in casa.
👉 Per approfondire, ti consigliamo il nostro articolo sui costi e le ore lavorate da una badante in un giorno.
In generale, è importante sapere che la badante diurna può lavorare un massimo di 40 ore settimanali, per non più di 8 ore al giorno, con almeno 1 giorno di riposo che normalmente coincide con la domenica.
Tenendo a mente tutte le voci presenti nella busta paga di una badante assunta con contratto regolare per lavorare solo di giorno, il costo mensile per 40 ore settimanali per la famiglia supera i 1.850 euro. Questo, a fronte di una paga netta per il lavoratore di poco più di 1.350 euro.
👉 Per approfondire, ti consigliamo i nostri articoli sui costo di una badante diurna assunta per 40 ore settimanali e su quanto costa assumere una badante non convivente a 40, 30, 20 e 10 ore a settimana
È importante tenere a mente che queste cifre si riferiscono alle nuove tariffe dei minimi salariali, in vigore da inizio 2024: il lavoratore potrebbe, per motivi diversi, non accettare la paga minima e chiedere di essere pagato di più.
👉 Se ti interessa conoscere nel dettaglio quali possono essere le variazioni di costo di una badante diurna in un mese e quali sono le voci che compongono la sua busta paga, ti rimandiamo al nostro articolo su livello contrattuale e stipendio di una badante diurna.
Nell’ambito dell’assistenza agli anziani, l’arrivo della notte cambia in molti casi le esigenze delle persone non autosufficienti e, di conseguenza, anche le tariffe previste dalla legge per la retribuzione di chi se ne occupa tendono a differire da quelle che riguardano le badanti diurne.
Al di là del semplice discorso sui costi, è importante notare come una badante notturna spesso rappresenti un servizio indispensabile, anche di più di una badante di giorno.
Se in quest’ultimo caso, infatti, spesso le famiglie riescono a far fronte al bisogno di assistenza del proprio anziano da soli, di notte assistere una persona non autosufficiente in autonomia diventa più complesso (soprattutto se il caregiver ha al tempo stesso una famiglia, un lavoro, ecc.) e dunque aumenta la necessità di ricorrere ad una badante.
Tornando al costo di una badante di notte, la caratteristica principale da tenere a mente è che il contratto nazionale (CCNL) per Colf e Badanti prevede una sostanziale distinzione in due tipologie di assistenza notturna:
Nel primo caso, ci riferiamo all’assistenza attiva svolta dalla badante durante la notte: alla pari del contratto per la badante diurna, questo tipo di prestazioni può essere svolto per massimo 40 ore la settimana dallo stesso lavoratore.
In questo caso, l’orario di lavoro della badante notturna è compreso tra le ore 21.00 e le 7.00, e pertanto gode di una maggiorazione per lavoro notturno del 20% sulla retribuzione base pattuita.
Il secondo caso riguarda invece quelle che vengono definite prestazioni esclusivamente di attesa: il lavoratore è assunto in virtù della sua presenza, ma non è previsto alcun tipo di assistenza da parte sua.
Nel caso in cui, tuttavia, l’assistenza diventasse necessaria durante il servizio, al lavoratore spetta il riconoscimento di una maggiorazione oraria per la durata dell’intervento, pari al 20% del compenso orario pattuito.
Al lavoratore sotto contratto per prestazioni di attesa, il contratto nazionale riconosce inoltre almeno un giorno di riposo a settimana (dunque il servizio può essere svolto al massimo 6 giorni su 7) e l’orario lavorativo è calcolato tra le 21.00 e le 8.00 del mattino seguente.
👉 Per approfondire, ti consigliamo il nostro articolo sul costo di una badante di notte.
Dopo aver trattato dei costi di una badante di giorno e di notte, vediamo ora come cambiano i costi nel caso in cui queste esigenze dovessero mettersi insieme e, per assistere il nostro anziano autosufficiente, dovessimo avere bisogno di una badante convivente.
Nel caso di assunzione di una badante giorno e notte, la cosiddetta badante convivente 24 ore, la famiglia può godere di una presenza maggiore, pur tenendo conto dell’orario di lavoro e dei riposi. Inoltre spesso nelle famiglie vi è la convinzione che una badante convivente costi molto di più di una badante diurna, ma non è sempre vero. Ricordiamo che le mansioni di una badante giorno e notte, convivente, sono:
Il fatto che una badante sia convivente non significa tuttavia che lavori 24 ore al giorno. È importante ricordare che una badante convivente, secondo il CCNL, lavora massimo 54 ore la settimana, che corrispondono a massimo 10 ore di lavoro al giorno, ha diritto ad almeno 2 ore di riposo giornaliero nel pomeriggio, a 11 ore di riposo continuativo nelle 24 ore in corrispondenza della notte se lavora di giorno, e a 36 ore di riposo settimanale che normalmente corrispondono al weekend, oppure possono essere spezzate in una mezza giornata durante la settimana e il riposo completo la domenica.
Di fatto, quindi, questo tipo di contratto copre 5 giorni e mezzo ogni settimana.
A questo ammontare di ore lavorate, il contratto nazionale Colf e Badanti fa corrispondere, per una badante convivente, una paga lorda di 1.127 euro (pari a 54 ore settimanali di lavoro).
👉 Per approfondire, ti consigliamo il nostro articolo sullo stipendio di una badante convivente giorno e notte.
Se è vero che in termini di compenso la badante convivente percepisce uno stipendio più basso di una badante a ore, è anche importante non sottovalutare i costi aggiuntivi che l’avere in casa una persona in più comporta: i costi di vitto e alloggio.
Una badante che vive in famiglia 24 ore su 24, infatti, inciderà sulle finanze domestiche con spese quali:
Si tratta di costi indiretti e spesso nascosti, ma di cui è importante tenere in considerazione.
👉 Per approfondire, ti consigliamo il nostro articolo sul vitto e alloggio della badante convivente: come funziona e costo.
Proprio nel caso in cui hai assunto una badante convivente potresti trovarti nella situazione di dover ricorrere anche ad un servizio analogo per il weekend.
Per garantire i riposi previsti dal contratto nazionale, se non hai la possibilità di assistere in autonomia il tuo anziano durante il weekend, è necessario affidarsi ad una badante che lavori durante quei due giorni.
Ma quanto costa una badante per il sabato e la domenica? Immaginando che la nostra badante lavori 6 ore al sabato e 10 la domenica, per garantire comunque la copertura completa anche nel weekend , lo stipendio base mensile per una lavoratrice che copre tutti e 4 i fine settimana presenti in una mensilità ammonta a 583 euro.
Come sappiamo, però, il costo di una badante non si limita alla paga netta ricevuta dal lavoratore: considerando i contributi previsti dalla legge, TFR, Tredicesima, Ferie, e tutti gli altri istituti, porta il costo a quasi 830 euro.
👉 Per approfondire, ti consigliamo il nostro articolo sul costo di una badante assunta per lavorare sabato e domenica.
Questi costi, uniti alla presenza degli innumerevoli ed eventuali costi indiretti, spesso porta le famiglie a far lavorare la stessa badante 7 giorni su 7: allo stipendio regolare, queste aggiungono uno straordinario per i giorni di riposo che invece vengono lavorati versato “fuori busta”, e dunque in nero.
Si tratta di un malcostume, per quanto legato ad una effettiva difficoltà economica delle famiglie, ancora molto diffuso con l’obiettivo di risparmiare sui costi della badante. Spesso, però, far lavorare una badante in nero nasconde delle insidie da non sottovalutare.
Di fronte a una spesa importante come quella necessaria a coprire i costi di una badante, spesso le famiglie fanno ciò che possono per provare a risparmiare qualcosa e, come detto, spesso finiscono per scegliere di assumere la badante in nero, senza cioè un regolare contratto.
Se in apparenza questa pratica può portare al risparmio da parte della famiglia, soprattutto quando si tratta di una badante assunta per una sostituzione o per svolgere ore di lavoro aggiuntive rispetto a quelle regolarmente pattuite, i costi di una badante in nero non riguardano il semplice stipendio.
Esistono infatti numerosi costi nascosti, di carattere economico ma non solo. Tra i rischi nell’assunzione di una badante in nero troviamo:
Nel primo caso, il rischio è legato alla mancata regolamentazione del lavoro che la badante dovrà svolgere: senza un documento con valore legale, che tutela la lavoratrice quanto la famiglia che la assume, le variabili aperte rimangono molte e sono decine le esperienze negative in questo senso che sentiamo raccontare ogni giorno da badanti e famiglie.
I rischi legali, invece, riguardano principalmente due aspetti: il rischio di una vertenza da parte della badante, che potrà denunciare l’evasione contributiva e ottenere un risarcimento, e quello legato a possibili sanzioni amministrative in cui si può incorrere se si assume una badante in nero.
👉 Per approfondire, ti consigliamo il nostro articolo sul costo di una badante in nero.
I costi della badante in nero, infine, aumentano anche a causa dell’assenza di orari e paga pattuiti per iscritto: capita che alcune badanti assunte senza regolare contratto, nel tempo, inizino a diventare più esigenti chiedendo paghe orarie maggiori da quelle concordate all’inizio.
Il rischio che il costo, diretto e indiretto, di una badante diventi più del previsto è concreto e si può verificare anche nel caso più generico della badante fai da te: in questo articolo abbiamo approfondito questo aspetto per aiutarti ad orientarti in questo ambito.
Avendo chiari i costi di una badante, potresti comunque avere dei dubbi sulla scelta più adatta sulle modalità di cura dell’anziano non più autosufficiente.
Una domanda che molte famiglie si fanno quando si trovano a gestire questo tipo di situazioni, infatti, è quella sulla scelta tra badante e casa di riposo. Cosa conviene di più, in termini di condizioni di vita per l’anziano ma anche in termini di costo?
Sicuramente, entrambe le scelte comportano vantaggi e svantaggi diversi.
👉 Per approfondire, ti consigliamo il nostro articolo sul come scegliere tra casa di riposo e badante.
Nel caso della badante, uno dei vantaggi principali è che l’anziano non è costretto a lasciare la propria casa e le proprie abitudini. Inoltre, questa soluzione comporta anche delle libertà maggiori per la famiglia: a differenza delle strutture per anziani, in casa propria i familiari possono venire in visita senza attenersi ad orari e giorni prestabiliti.
Per quanto riguarda la casa di riposo, invece, i vantaggi possono essere quelli di avere costantemente a disposizione un’assistenza sanitaria specifica, una maggiore socialità dell’anziano con suoi coetanei e attività ludico ricreative.
Per quanto riguarda il costo, la convenienza dell’una o dell’altra soluzione può variare: bisogna tenere a mente che il costo medio delle case di riposo varia generalmente tra i 1800€ e i 3000€ al mese, ma può costare anche di più.
Per quanto riguarda il costo della badante, come abbiamo visto, molto dipende dalle esigenze della famiglia e dal numero di ore che la badante si trova a lavorare a settimana.
La scelta tra casa di riposo e assistenza domiciliare con badante a casa dipende dai costi, ma anche da come la famiglia desidera accompagnare l’anziano nell’ultimo periodo della propria vita e dalla sostenibilità nell’assistenza nel tempo per tutto il nucleo famigliare.
Fino ad ora abbiamo parlato dei costi che una famiglia deve sostenere quando si ritrova ad assumere una badante per far fronte alle esigenze di un anziano non più completamente autosufficiente.
Ci sono infatti diverse misure a cui può attingere la famiglia per sostenere i costi dell’assistenza domiciliare a un anziano non autosufficiente.
In primis chi assume in regola una badante può usufruire di detrazioni e vantaggi fiscali sui contributi della badante e le spese di assistenza alla persona.
👉 Per approfondire, ti consigliamo il nostro articolo sulle detrazioni e deduzioni per colf e badanti.
Inoltre sono previsti altri fondi pubblici che normalmente vengono richiesti soprattutto tramite gli Assistenti Sociali del Comune di residenza dell’assistito.
In modo particolare parliamo di Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza che permette di accedere a fondi che possono arrivare anche tra gli € 800 e i € 1000 al mese, per sostenere la spesa dell’assistenza domiciliare per persone con disabilità.
👉 Per approfondire ti consigliamo il nostro articolo sui contributi regionali per l’assistenza agli anziani e come richiederli.
Chi assume direttamente il personale domestico o si avvale di una Agenzia per il Lavoro autorizzata dal Ministero ha diritto a due misure di sgravi fiscali in fase dichiarazione dei redditi (730):
Nel primo caso, le spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale nei casi di non autosufficienza, in cui il medico di base dichiari che la persona non è in grado di compiere in autonomia degli atti della vita quotidiana, sono detraibili dall’Irpef nella misura del 19%.
La detrazione deve essere calcolata su un ammontare di spesa non superiore a 2.100 euro e spetta solo quando il reddito complessivo del contribuente non è superiore a 40.000 euro.
La seconda misura riguarda invece i contributi versati alla badante: la deduzione abbassa l’imponibile IRPEF del datore di lavoro della badante fino all’importo massimo di 1.549,37 euro.
Detrazione delle spese per l’assistenza a persone non autosufficienti e deduzione dei contributi per le badanti sono misure compatibili, e pertanto possono essere richieste insieme.
Uno degli aspetti da tenere in considerazione quando è attivo il contratto di lavoro con la badante sono gli aumenti dei salari previsti dal contratto nazionale legati ’inflazione ISTAT.
Quest’anno, gli aumenti (entrati in vigore dal 1 gennaio 2024) corrispondono allo 0,56% in più dello stipendio minimo previsto per colf e badanti, fortunatamente inferiori al +9,5% avuto nel 2023.
Gli importi e i relativi aumenti, che cambiano in base al livello contrattuale in cui è inquadrata la badante convivente, sono riassunti nella tabella qui sotto.
Livello | Aumento 2024 | Compenso effettivo |
A | + € 4,06 | € 729,25 |
AS | + € 4,80 | € 861,86 |
B | + € 5,17 | € 928,15 |
BS | + € 5,54 | € 994,44 |
C | + € 5,92 | € 1060,76 |
CS | + € 6,28 | € 1.127,04 |
D | + € 8,47 | € 1.521,99 |
DS | + € 8,84 | € 1.588,28 |
È importante notare che gli aumenti riportati in tabella si riferiscono agli stipendi per colf e badanti conviventi.
👉 Per approfondire, ti consigliamo il nostro articolo sugli stipendi di colf e badanti nel 2024.
Se dopo questo articolo hai più chiari quali sono i costi per l’assistenza ad un anziano non più autosufficiente e hai deciso di assumere una badante, Famkare può aiutarti a valutare costi e vantaggi mettendo a tua disposizione un aiuto professionale nella scelta della soluzione giusta per le esigenze della tua famiglia.
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