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Come evitare la vertenza della badante

In un Paese in cui ancora più del 60% delle colf e badanti lavorano in nero, il rischio vertenza è sempre dietro l’angolo. Si assiste infatti ad una crescita costante del ricorso a questa misura.

Allora come fare ad evitare la vertenza della badante? 

Scopriamolo insieme in questo quindicesimo capitolo del Manuale per Famiglie Badante Zero Pensieri.

Se vuoi un approfondimento completo leggi anche la nostra Guida alla gestione della badante.

 

Quali sono le cause più frequenti per cui la badante fa vertenza

La famiglia è un datore di lavoro autonomo, si trova spesso di fronte a una necessità incombente con pochissime informazioni. Questo apre il fianco a commettere errori anche gravi, che possono portare a ricevere una vertenza sindacale da parte della badante.

In particolare le principale cause di vertenza sono:

  • Lavoro nero o grigio: quando cioè il rapporto non è regolato interamente o parzialmente da un contratto.
  • Mancato pagamento di straordinari, ferie, riposi, TFR, 13^, ecc
  • Errato inquadramento contrattuale rispetto alla mansione prestata
  • Licenziamento senza il riconoscimento del preavviso
  • Ferie non riconosciute
  • Permessi, consentiti per legge, che vengono rifiutati
  • Malattia e infortunio non riconosciuti
  •  

Approfondiamone alcuni.

 

La vertenza più grave: il lavoro nero

Abbiamo già trattato diverse volte il tema dei rischi che si corre prendendo una badante in nero, anche solo per fare la prova del lavoratore, in modo particolare abbiamo approfondito il tema nell’articolo “Quanto costa avere una badante in nero” (clicca qui per leggere) e nel Capitolo del Manuale dedicato alla “Corretta gestione del periodo di prova” (clicca qui per leggere)

Per quanto sia una pratica assai diffusa, prendere una badante in nero è un rischio non solo per la sicurezza dell’assistito, ma anche per il datore di lavoro che rischia pesanti sanzioni per:

  • mancata comunicazione dell’assunzione, e in tal caso la sanzione amministrazione oscilla da 200 a 500 euro per ogni lavoratrice in nero, da pagare al centro per l’impiego;
  • la nuova sanzione introdotta dal Decreto Trasparenza del 13.08.2022 sulla mancata visione del contratto prima dell’assunzione che porta a una sanzione fino a 1.500 euro (clicca qui per leggere l’approfondimento)
  • omessa iscrizione all’Inps, e in tal caso la sanzione va da 1.500 euro a 12mila per ogni lavoratrice in nero, maggiorata di 150 euro per ogni giornata di lavoro effettivo, cumulabile con le altre sanzioni amministrative e civili previste contro il lavoro in nero.

Quando oltre ad essere in nero la badante è anche senza permesso di soggiorno,  il datore di lavoro oltre a pagare una multa di circa 5.000 € potrebbe essere sottoposto ad una reclusione che va da un minimo di sei mesi ad un massimo di circa tre anni, il reato contestato in questo caso è favoreggiamento del lavoro clandestino.

Attenzione perché anche la badante comunque può correre dei rischi, specie nel caso in cui decida di non lavorare con regolare contratto per continuare a percepire NASPI o Reddito di Cittadinanza, in questo caso si configura il reato di truffa ai danni dello Stato, è sarà costretta a restituire all’INPS tutte le somme incassate fino ad allora.

A fronte di questi rischi la domanda è sempre: ne vale veramente la pena?

 

La vertenza per mancato pagamento di straordinari

Questa vertenza è molto insidiosa, perché se da un lato il datore di lavoro ha la percezione di fare tutto corretto, dall’altra corre sempre il rischio di non applicare correttamente il contratto.

Molte di queste vertenze riguardano i lavoratori in convivenza, perché il confine è sempre molto labile. Sento spesse famiglie evocare il buon senso o il senso di responsabilità della badante, che in caso di emergenza di notte si deve alzare, oppure se è in casa durante le ore di riposo e l’assistito la chiama deve intervenire.

Ecco è proprio qui che si insinua l’errore e si apre la strada alla vertenza.

La badante prima di tutto è un lavoratore, e come tale va gestito, esattamente come un qualunque dipendente di una azienda.

Si alza di notte per aiutare l’anziano assistito? I casi sono due: o recupera il riposo durante il giorno, o le si riconosce lo straordinario con la maggiorazione del 50% per lavoro notturno.

La badante fa il riposo nella sua stanza? L’assistito la chiama e interviene? Quello è straordinario, ovvero lavoro durante il riposo.

La badante deve mettere a letto l’anziano dopo le 22? Quello è straordinario notturno che vale dalle ore 22:00 alle ore 6:00 del giorno seguente. 

La badante convivente ha da contratto “almeno 2 ore di riposo giornaliero” a metà della giornata lavorativa, 11 ore di riposo notturno e 36 ore di riposo settimanale.

Tutte le attività che vengono svolte durante il riposo sono straordinari.

Un consiglio che diamo sempre: regolate sempre con la badante fin dall’inizio la gestione dei riposi, chiarite bene se volete che la badante intervenga o no durante questi, e come viene regolato il lavoro straordinario, se con recupero del riposo o pagamento dello straordinario.

Del resto se non lo chiediamo anche noi al nostro datore di lavoro? 

 

La vertenza per errato inquadramento contrattuale

Come tutti i contratti collettivi nazionali, anche il CCNL Colf e Badanti prevede delle specifiche mansioni, a cui corrispondono dei compensi minimi, in base al tipo di lavoro che vanno a svolgere, nel caso della badante anche in base al tipo di esigenze che ha l’assistito, ovvero se è o meno autosufficiente.

Capita ad esempio che la badante venga inquadrata con un livello BS, cioè assistenza a persona autosufficiente, quando in realtà l’anziano non è autosufficiente, pertanto andrebbe inquadrata con un livello più alto, cioè il CS.

La famiglia che pensa di risparmiare o che inquadra erroneamente, perché mal consigliata, la badante rischia una vertenza che comporta il riconoscimento della differenza di compenso tra i due livelli e l’adeguamento di tutti gli istituti collegati, come la 13^, le ferie, il TFR, ecc.

 

La vertenza per licenziamento senza preavviso

Abbiamo già trattato in modo diffuso nel 10° capitolo del Manuale come gestire correttamente il licenziamento della badante (clicca qui per leggerlo), per cui non mi dilungherò su questo tema.

Quello che ci tengo a sottolineare è che se anche il rapporto con la badante termina in malo modo, al punto da rendersi necessario il licenziamento, è fondamentale seguire alla lettera le regole contrattuali, possono non piacerci, sembrarci anche ingiuste a volte, specie in un momento in cui l’emotività è molto forte e a volte offusca un po’ la ragione. Seguire il corretto iter di licenziamento è alla base per una conclusione serena e senza ulteriori strascichi di un rapporto andato male.

Vuoi una vertenza? Sbatti fuori di casa la badante in malo modo e senza pagarle il preavviso.

Vuoi stare sereno? Rimani lucido e se non vuoi pagarle il preavviso per motivi disciplinari segui tutti i passi necessari perché questo avvenga.

 

La prima protezione dalla vertenza? Seguire alla lettera il contratto Colf e Badanti

A conclusione di questo capitolo mi sento di dirti che l’unico modo per evitare una vertenza con la badante è seguire il contratto di lavoro.

In questo blog trovi numerosi articoli, oltre a tutti i capitoli del Manuale per Famiglie BadanteZeroPensieri, che possono aiutarti ad affrontare correttamente ogni singolo aspetto del rapporto di lavoro con la badante.

 

Se invece pensi di non farcela da solo, vieni a scoprire come puoi gestire la badante in tutta tranquillità con FamKare e il metodo BadanteZeroPensieri

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