Una delle possibilità di ricevere assistenza da una badante è anche di notte. Le tipologie di assistenza possono essere diverse. Vediamo nel dettaglio quali sono.
Abbiamo già visto in un precedente articolo quanto costa assumere una badante di notte. Vediamo ora quali sono le tipologie di presenza e di orario nello specifico.
Quando assumere una badante notturna
La badante notturna è una buona soluzione specialmente in tre tipologie di casi:
quando vogliamo avere una presenza notturna che ci dia la sicurezza che il nostro anziano non sia in pericolo in questa fase della giornata,
quando l’anziano ha diversi risvegli notturni e quindi la badante diurna o convivente non sono sufficienti,
durante o dopo un ricovero ospedaliero, per fare assistenza attiva durante la notte.
Assistenza notturna continua: presenza (quasi) passiva
Il primo caso rientra in quello che viene regolato dall’art. 11 del Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) Colf e Badanti, che dice:
“Art. 11 Prestazioni esclusivamente d’attesa
Al personale assunto esclusivamente per garantire la presenza notturna, […] la durata della presenza stessa sia interamente ricompresa tra le ore 21.00 e le ore 8.00, fermo restando l’obbligo di consentire al lavoratore il completo riposo notturno in un alloggio idoneo”.
Quindi il lavoratore in sostanza viene per garantire una presenza, durante il periodo di lavoro di fatto riposa, ad eccezione dei momenti in cui dovesse intervenire, per cui è prevista una retribuzione oraria.
Questo tipo di assistenza può essere svolta per un massimo di 6 notti su 7.
Assistenza notturna discontinua: presenza attiva
Nelle tipologie di assistenza due o tre, viste in precedenza, invece parliamo di assistenza notturna discontinua, dove il lavoratore ha una presenza attiva.
Questa fattispecie è regolata dall’art. 10 del CCNL Colf e Badanti che recita:
“Art. 10 Discontinue prestazioni notturne di cura alla persona
1. Al personale non infermieristico espressamente assunto per discontinue prestazioni assistenziali di attesa notturna […] la collocazione temporale della prestazione sia ricompresa tra le ore 20.00 e le ore 8.00 […] . Per il personale non convivente, sussiste l’obbligo di corresponsione della prima colazione, della cena e di un’idonea sistemazione per la notte.
2. Al personale convivente di cui al presente articolo dovranno essere in ogni caso garantite undici ore di riposo consecutivo ogni ventiquattro ore”.
In questo caso l’assistenza può essere fatta fino a 12 ore a notte, per un massimo di 4 notti a settimana. Dalle ore 22:00 alle 06:00 del giorno seguente è inoltre prevista una maggiorazione per lavoro notturna del 20%, che va a sommarsi al compenso pattuito, partendo dal minimo contrattuale per la mansione prevista.
L’importanza del progetto di assistenza.
Anche in questo tipo di assistenza, per capire se risponde al reale bisogno, la sua sostenibilità nel tempo, sia economica per la famiglia, sia per il lavoratore, è importante elaborare su un vero e proprio progetto di assistenza. E’ importante avere chiaro qual è l’obiettivo di tutta la famiglia, perché l’assistenza agli anziani incide su tutto il nucleo familiare.
In alcuni casi infatti le famiglie ci chiedono una assistenza notturna, perché fanno fatica a far accettare la badante al proprio anziano, quindi si organizzano come nucleo familiare per coprire il giorno, poi cercano qualcuno per la notte.
In realtà spesso ci si rende conto che l’onere economico per questa soluzione non è vantaggioso come sembra, arrivando poi a optare per una assistenza convivente.
In altri casi le famiglie sottostimano il carico di lavoro notturno della badante convivente, che avendo 11 ore di riposo notturno, non sono tenute a svolgere assistenza continua di notte.
Se l’anziano deve essere seguito sia di giorno, sia di notte, è necessario valutare di integrare l’assistenza di una badante diurna o convivente, con una per la notte in via continuativa.
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